Dalla scrivania di Vincenzo
a.k.a. l’Alchimista dei Dati di Mokambo Gelateria
Quando un gelato fa più rumore di mille parole
Da quando uno dei più importanti quotidiani italiani ha raccontato la storia de Lo Scettro del Re, il nostro gelato allo zafferano da 70 euro, nulla è stato più lo stesso.
La notizia ha fatto il giro d’Italia: Corriere della Sera, Radio Capital, Radio Deejay, RTL 102.5, Radio Kiss Kiss, Radio 105, oltre a numerose altre testate e programmi televisivi, hanno parlato di noi.
Ci hanno chiesto: “Com’è possibile che un gelato costi così tanto?”.
Qualcuno ci ha criticato, altri ci hanno difeso.
Molti hanno domandato, pochissimi hanno davvero ascoltato.
Ecco perché scriviamo questo articolo.
Non per convincerti.
Non per farti dire “Wow, lo voglio!”.
Ma per dirtelo chiaramente: Lo Scettro del Re non è un gelato per tutti.
Non lo è se pensi che tutti i gelati siano uguali.
Non lo è se appena senti “70€” ti scappa la battuta pronta:
“Ma io con 70€ mi faccio una vaschetta da 5 kg.”
Non lo è se non ti interessa sapere cosa c’è dentro ciò che mangi.
Perché in un Paese dove il gelato è ovunque, creare un gelato che non sia “per tutti” è una scelta.
E oggi, dopo migliaia di articoli, video e commenti, siamo qui a spiegarti perché.
Lo Scettro del Re non fa per te. E ora ti spiego perché.
Non è per se:
- se quando leggi un post sui social, ti scappa subito un “ma chi ve lo fa fare?”.
- se al supermercato guardi solo il prezzo al chilo e mai l’etichetta.
- se spendi 20 euro a sera in sigarette o slot, ma poi ti indigni per un gelato pensato come un rito.
- se mangiare un gelato è solo “una cosa veloce”.
- se pensi che un cono valga l’altro.
- se l’unica domanda che ti fai è “quanto costa?”.
Perché Lo Scettro del Re non è nato per fare volume.
È nato per fare rumore — nella testa e nel cuore di chi vuole capire cosa sta mangiando.
- Non fa per te se non hai domande.
Se prendi un gelato solo perché fa caldo, senza mai chiederti da dove arriva, come viene fatto, cosa c’è dentro. - Non fa per te se ti bastano quei colori fluo in vetrina, uguali da nord a sud.
- Non fa per te se vuoi solo un gelato da postare.
- Se cerchi solo la storia Instagram con scritto:
“Guardate qui, 70 euro!”.
Perché no, Lo Scettro del Re non è un trofeo da esibire.
E poi c’è il tempo. Non lo trovi pronto. Non lo compri al volo.
Lo Scettro del Re richiede 72 ore di preparazione,
una prenotazione di almeno 3 giorni (ed in estate i tempi possono allungarsi di molto), una vestizione (Un vero e proprio rito) a porte chiuse.
Sì, serve tempo. Ma è proprio questo, il lusso.
Perché diciamolo chiaramente:
Lo Scettro del Re non è un gelato da passeggio.
È un’esperienza. E come tutte le esperienze che contano, non è fatta per tutti. È fatta per te — se sei pronto a viverla.
L’Ospite NON IDEALE di Mokambo Gelateria
Lo so, potrei usare parole più morbide. Potrei esser gentile, educato e un po “scemotto”.
Ma sarebbe una bugia. Non sarebbe vero, sopratutto e visti i fiumi di commenti da parte di “haters” che hanno augurato la qualunque: dalla chiusura, al fallimento e persino la morte. Per questo è necessario questa piccola ma fondamentale precisazione:
Da Mokambo non ci interessa vendere Lo Scettro del Re a tutti.
Non ci interessa farne una moda da selfie, un “like bait” da social.
Lo Scettro del Re non è per chi vive da protagonista dei commenti, ma resta spettatore nella propria vita vera.
Non è per chi preferisce “apparire” invece di “essere”.
Non è per chi crede che il valore di un’esperienza si misuri solo col prezzo.
A questo punto potresti pensare: “Ma non volete venderlo?”
Sì. Ma non a chiunque.
Perché Mokambo Gelateria non è nata per tutti.
Non vogliamo clienti aggressivi, distratti, rumorosi.
Non vogliamo clienti che “hanno fretta” e che “signorina non mi interessa” mentre Giuliana con garbo e gentilezza spiega origine e provenienza dei gusti del giorno.
Non vogliamo quelli che confondono un rituale con una moda da TikTok.
Noi vogliamo una cosa sola, una tribù:
quella dei curiosi, degli appassionati, degli attenti.
Quelli che quando entrano da Mokambo Gelateria sanno di entrare in un luogo che resiste.
Quelli che sanno che una ricetta del 1840 non si aggiorna con le basi pronte i neutri e bilanciamenti di zuccheri.
Quelli che sanno leggere un’etichetta.
Quelli che amano farsi raccontare perché un gelato non deve far venire sete — perché non serve zucchero invertito, perché non serve nulla che non sia latte di pascolo, uova di galline libere allevate all’aperto e un filo di zucchero da cucina.
E allora per chi è?
Lo Scettro del Re è per te se ami stupire.
Se vuoi dire “questo momento non torna indietro” e vuoi fissarlo sul palato, nel cuore, nei ricordi, non solo in un selfie.
Se per te il cibo è cultura, un atto di rispetto, un segno di cura.
È per chi vuole regalare un anniversario che non si dimentica, una proposta di matrimonio fuori dalle regole, un compleanno che non si spegne quando finisce la candelina.
È per chi, come decine di ospiti da tutta Italia, Tokyo Giappone, New York, San Diego (in ordine di arrivo gli ultimi ospiti), ha deciso di venire a Ruvo di Puglia per vedere, toccare e sopratutto capire.
Si capire, comprendere, realizzare. La cosa che in molti non hanno fatto.
E intanto tutta Italia ne parla
Da metà giugno a luglio 2025 tutti parlano de “Lo Scettro del Re”.
Ne hanno parlato giornali, radio, TV, inchieste.
Il Corriere della Sera l’ha definito “un fenomeno gastronomico unico”.
Pomeriggio 5 è venuto a Ruvo di Puglia con le sue telecamere per capire perché un gelato possa costare 70€ e chi se lo compra davvero.
Idem La Vita in Diretta su Rai1 ha voluto indagare per comprendere come sia possibile che un gelato possa arrivare a costare così tanto.
Eppure, a 7 anni dalla sua prima presentazione, Lo Scettro del Re è ancora qui.
Scelto ogni giorno, ogni settimana o stagione che sia, da chi vuole festeggiare un anniversario, un compleanno o semplicemente un regalo di coppia che resta impresso come un diamante commestibile.
Non una trovata.
Non una moda passeggera.
Lo Scettro del Re è diventato un simbolo:
di una gelateria che non svende la parola artigianale.
Di un gelato che non vuole essere per tutti.
Di un prodotto che non accetta compromessi, né scorciatoie
7 anni di “No, grazie” (e di “Sì, voglio provarlo”)
Sono passati 7 anni dal giorno in cui Mokambo Gelateria ha messo per la prima volta Lo Scettro del Re in listino.
Sette anni di prenotazioni, storie e viaggiatori che hanno attraversato l’Italia — e il mondo — per portare a casa un cucchiaio di Puglia.
In questi 7 anni non ci sono stati solo persone comuni, critici gastronomici e appassionati locali: c’è chi è partito da Sydney, come Laurel, venuta in Puglia per un viaggio iniziato proprio da qui.
Il suo video, “An Halleluja Moments”, racconta senza filtri cosa si prova quando Lo Scettro del Re si scioglie in bocca: un attimo di sospensione, un gusto che sposta l’asticella di ciò che chiamiamo gelato.
C’è stato il Dott. Kahmaran Fallapouh, medico e neuroscienziato di New York, originario dell’Iran — la terra del nostro Sargol di Mashhad. È venuto di persona, con la sua famiglia, per spiegare ai figli come le molecole di questa spezia preziosa dialogano con il cervello, accendono i recettori del buonumore, stimolano emozioni difficili da raccontare.
Come non citare gli amici di Chicago, una famiglia tornata per la seconda volta a Ruvo di Puglia solo per ripetere quell’esperienza, stavolta insieme ad altri membri della famiglia, perché certe cose — quando le provi — non vuoi tenerle per te.


E poi ci sono gli amici di Melbourne, Australia, arrivati qui grazie a un passaparola nato da chi Lo Scettro del Re l’aveva già assaggiato, amato, raccontato.


Quello che dovresti sapere..
Eppure, in questi 7 anni, non tutti hanno potuto viverlo.
Perché Mokambo Gelateria non dice sempre “Sì”.
A volte dice “No, grazie”.
Perché l’eccellenza, qui, non è marketing. È un limite voluto. È un segnale chiaro.
È un confine tra chi vuole regalarsi un momento da ricordare — e chi cerca solo una foto da condividere in fretta.
Solo chi è attento, educato, curioso, ha il privilegio di regalare — o regalarsi — un’esperienza che gelato non è, ma rito, racconto e ricordo.
Vuoi vivere l’esperienza? O raccontarla?
Se, dopo aver letto, senti che Lo Scettro del Re è qualcosa che vuoi davvero provare — non per curiosità, ma per desiderio autentico — allora sei nel posto giusto.
Compila questo modulo di richiesta e, se ci saranno le condizioni ideali, ti risponderemo con tutti i dettagli per prenotare la tua esperienza.
Se invece sei un giornalista, un autore o vuoi raccontare questa storia in modo serio, rispettoso e documentato, ti chiediamo solo una cosa: parlaci prima.
Compila questo modulo per interviste e collaborazioni e saremo felici di valutare insieme.
Buona degustazione e al prossimo articolo!
Vincenzo